Templi buddisti in Asia

templi buddisti

I templi buddisti sono i luoghi sacri per la religione buddista e spesso sono tra le architetture più caratteristiche dell’Asia, sebbene presentino delle differenze a seconda degli stati.
Sono costituiti da più edifici e in genere la loro composizione è suddivisa in questo modo:

  • il Vihara / Vihana, la principale sala del tempio buddista. Il nome deriva dal sanscrito, significa “dimora” e identifica il luogo in cui risiedono Buddha ed i suoi seguaci; è il luogo più sacro, qui si svolgono le cerimonie più importanti e vi pregano i buddisti; a sottolineare la sua importanza, il Vihara è finemento decorato e pieno di oggetti preziosi;
  • l’Albero della Bodhi o Ficus Religiosa, che simboleggia l’albero sotto il quale Buddha, mentre meditava, raggiunse il Nirvana;
  • l’Altare che ospita la statua di Buddha, che spesso è posizionato nel Vihara ed è decorato e omaggiato con incensi, fiori e doni;
  • la Stupa è spesso posizionato all’esterno del tempio e funge da reliquiario, contenendo resti o oggetti legati a Buddha; la tradizione buddista narra che fu Gautama Buddha a chiedere ai suoi discepoli di sotterrare i suoi resti in 8 punti diversi e di erigervi sopra dei tumuli, che rappresentassero la Bodhi, per spronare gli uomini a raggiungere l’illuminazione; col tempo i tumuli vennero abbelliti fino alla costruzione di vere e proprie stupa (che in sanscrito significa “ciuffo di capelli”), che ricordano proprio il ciuffo con il quale viene spesso raffigurato Buddha, simbolo della raggiunta illuminazione;
  • gli alloggi dei monaci;

I templi buddisti, però, non sono sempre stati edifici: inizialmente i monaci erano asceti, che si spostavano continuamente in tutta l’India centro-settentrionale per divulgare gli insegnamenti di Buddha. Spesso cercavano riparo nelle grotte, ma pian piano nacque l’esigenza di creare dei posti stabili, sia per ospitare i monaci sia per raccogliere i fedeli in preghiera. I primi templi erano semplici grotte decorate e arricchite con diverse sculture dei simboli e delle divinità buddiste, che nel tempo raggiunsero una notevole magnificenza. Una delle testimonianze più antiche e suggestive è conservata nelle grotte di Bhaja e Karli, nello stato indiano di Maharastra. A quell’epoca la sala centrale era chiamata Chaitya ed ospitava il reliquiario di Buddha; col tempo si decise di dedicare un luogo specifico alle sacre reliquie ed il Chaitya fu sostituito dal Vihara.

In India il Buddhismo dovette scontrarsi sin dal III secolo d.C. con la religione induista. Nonostante l’Induismo avesse definito Buddha una delle reincarnazioni di Vishnù, i buddisti rimasero fedeli alla loro dottrina. Dal V secolo d.C., con l’affermazione politica della casta brahminica si assistette al lento ma inevitabile declino del Buddhismo in India e molti Chaitya furono convertiti all’Induismo. La situazione rimase pressoché stabile fino al XII secolo, quando l’arrivo dei musulmani spazzò via il buddhismo, distruggendo i templi e decimando i monaci; l’induismo invece sopravvisse. Come uniche eccezioni rimasero le comunità buddiste stanziate sull’Himalaya, mentre nel resto dell’India fu solo nel XIX secolo che ricomparvero entità buddiste organizzate e furono costruiti nuovi templi.

Nell’area che copre Tibet, Bhutan, zone himalayane e Nepal, il Buddhismo ha assunto una connotazione diversa rispetto a quello indiano o cinese, tanto da essere definito Buddhismo Tibetano. Ciò è avvenuto grazie al Guru Rimpoche, che viaggiò molto per divulgare la dottrina buddista. Dall’VIII secolo d.C. il Buddhismo divenne la religione di stato in Tibet, che all’epoca era molto potente e la sua influenza si espanse velocemente in tutta l’area circostante. Qui i templi buddisti sono chiamati Gompa e i primi furono costruiti con lo stile di quelli indiani, poi assunsero una conformazione propria.

Le strutture cambiano da regione a regione, mantenendo però alcuni elementi base:

  • mura perimetrali (una o anche due) con un cancello di entrata;
  • un cortile interno con porta incensi e ruote di preghiera; sia qui che sulle mura sono presenti le caratteristiche e coloratissime bandiere di preghiera tibetane;
  • il tempio principale è costituito da: una porta di ingresso, che presenta sui lati i quattro re guardiani del mondo, “Lokapalas”, che vengono di solito dipinti sui muri esterni, due per ogni lato; un vestibolo; la sala delle assemblee, ospita i testi sacri e le sue pareti sono abbellite da affreschi, qui i monaci recitano o cantano i loro mantra; adiacenti alla sala si possono trovare una o più cappelle con statue dorate del Buddha;
  • gli alloggi per i monaci sono situati al piano superiore, cui si accede attraverso ripide scale il piano superiore a cui si accede da scale ripide, qui ci sono anche altre cappelle per la meditazione tantrica;
  • sul tetto del tempio due antilopi sono poste ai lati della bandiera della vittoria e la ruota della vita (simbolo del Buddhismo), l’animale rappresenta Buddha, poiché egli fece il suo primo discorso dopo il raggiungimento dell’Illuminazione proprio alla presenza di due antilopi;
  • I Chorten (ovvero la versione tibetana dello stupa) conservano le ceneri di santi o lama famosi, non sono presenti in tutti i Gompa e a volte sono costruiti anche lontani da essi;

In Cina il Buddhismo si diffuse dal I secolo d.C. ed inizialmente i templi buddisti, qui chiamati Sì, seguivano lo stile architettonico indiano. Nel tempo lo schema base, con il Vihara affiancato dal reliquiario (che qui assume il nome di pagoda) e gli alloggi dei monaci subì diversi cambiamenti. Con la diffusione del Buddhismo prese piede la tradizione, da parte di imperatori e nobili, di donare alcuni edifici ai monaci, per mostrare non solo devozione, ma anche prestigio. Di conseguenza anche le architetture dei templi buddisti cominciarono ad assumere uno stile cinese classico, con maggiori dimensioni e diversa distribuzione interna.

Due codificazioni furono fondamentali per la regolamentazione delle costruzioni religiose: quella della dinastia Tang (618-907), che elevava il Vihara a edificio principale a scapito della pagoda e quella della dinastia Song (960-1279) che affermò la regola della Struttura delle Sette parti, che prevedeva sette elementi indispensabili per i templi buddisti, ma escludeva definitivamente la pagoda:

  • il Vihara;
  • un edificio dedicato al Dharma;
  • una sala chiamata “Pura Terra occidentale” a rappresentare il Paradiso terrestre;
  • alloggi dei monaci;
  • un magazzino;
  • servizi igienici;
  • un cancello d’entrata imponente, che marchi il confine tra sacro e profano;

Il comunismo, che prese potere nel paese dal 1949, osteggiò fortemente qualsiasi religione e la rivoluzione culturale di Mao Tse-Tung nel 1966 distrusse o convertì buona parte dei templi buddisti. Oggi il Buddhismo è nuovamente accettato ed alcuni tempi buddisti sono stati ricostruiti.

In Thailandia, Laos e Cambogia i templi buddisti si chiamano Wat e sono composti da due parti; un’area in cui alloggiano i monaci, che spesso presenta anche una scuola, e l’area sacra, che comprende:

  • il Phra Ubosot, la sala principale, che ospita statue ed immagini sacre; qui si svolgono le celebrazioni più importanti;
  • il Vihan (omologo del Vihara indiano), che qui è considerato un santuario secondario;
  • il Chedi, corrispondente allo stupa, che funge da reliquiario;
  • padiglioni aperti per riposare o meditare;
  • un campanile;
  • Mondop, si trova sono nei templi buddisti più grandi, qui si conservano i testi sacri e si svolgono alcuni riti;

Templi buddisti

Quando si visita un paese sconosciuto, i luoghi sacri sono fondamentali per meglio comprenderne la cultura e le tradizioni. Ciò vale per i templi buddisti come per le chiese o per le moschee. Essendo il Buddismo la principale confessione religiosa di molti paesi dell’Asia, i templi buddisti assumono un ruolo centrale nella scoperta di uso e costumi di tali paesi.
Conscious Journeys ne è consapevole ed infatti include tantissimi templi nei suoi itinerari. In particolare durante i nostri tour si potranno visitare i seguenti templi buddisti.

THAILANDIA

Il Wat Rong Khun a Chiang Rai, sarà una tappa del tour Alla scoperta della Thailandia: spiritualità, foreste e tribù. È noto anche come Tempio Bianco e la sua costruzione iniziò nel 1997 e pare che il termine dei lavori sia previsto per il 2070. È un tempio molto particolare, sia perché al contempo buddista e induista, sia perché ispirato alla sagrada familia di Barcellona. Realizzato completamente in gesso bianco e specchietti, che riflettono la luce, va nettamente contro la tradizione locale, che li prevede colorati e sgargianti.

Durante entrambi i tour in Thailandia, Alla scoperta della Thailandia: spiritualità, foreste e tribù e I tesori nascosti della Thailandia, è prevista una visita al Wat Phra Kaew a Bangkok. Tra i templi thailandesi questo è considerato il più sacro. È costituito da diversi edifici, è parte del Grande Palazzo reale e custodisce la statua del Buddha di Smeraldo, considerata protettrice della monarchia thailandese.

Un’altra tappa condivisa da entrambi i tour thailandesi è il Wat Arun, anch’esso situato a Bangkok. Fu costruito nel XVII secolo e ha guadagnato il soprannome di Tempio dell’Alba per i suggestivi giochi di luce che si creano alle prime luci del mattino. È costituito da diversi edifici e presenta numerose statue, edificati nel corso del tempo.

wat rong khun

Wat Rong Khun

wat arun

Wat Arun

wat phra kaew

Wat Phra Kaew

BIRMANIA

La Pagoda Shwedagon a Yangon è la pagoda buddhista più sacra del paese e custodisce le reliquie di ben quattro Buddha. Ha uno stupa dorato alto ben 98 metri e la leggenda narra che abbia circa 2500 anni, anche se gli archeologi affermano che risalga all’epoca Mon (VI-X secolo). Ben tre itinerari vi condurranno dinnanzi a questo imponente edificio: Birmania trekking, tribù e templi, Il meglio del Myanmar e Essenza della Birmania.

La Valle di Bagan è forse uno dei luoghi più noti e suggestivi della Birmania. Si tratta di una delle aree più sacre non solo della Birmania, ma di tutta l’Asia. In questa verde pianura di soli 40 kmq sono stati costruiti circa 13.000 templi nell’arco di 250 anni (XI-XII secolo). Data l’importanza del luogo, anche in questo caso è tappa di tutti i nostri viaggi in Birmania.

shwedagon

Pagoda Shwedagon

bagan

Valle di Bagan

SRI LANKA

Il Tempio d’oro di Dambulla è un sito archeologico dello Sri Lanka, inserito dal 1991 nella lista dei luoghi Patrimonio dell’Umanità. È il tempio di roccia meglio conservato del paese, con torri alte 160 metri che dominano le pianure circostanti. Nell’area ci sono circa 80 grotte e in 5 di questo sono custodite le principali attrazioni, ovvero statue e dipinti dedicati alla vita di Buddha. Durante i tour Essenza dello Sri Lanka e Tesori dello Sri Lanka potrete venire ad ammirare dal vivo le 153 statue di Buddha qui conservate.

Il Tempio del dente di Kandy è uno dei principali luoghi di pellegrinaggio per i fedeli buddisti. La leggenda narra che dalla cremazione del corpo di Buddha, un canino rimanesse intatto ed esso è custodito in questo sacro tempio, questo tempio è visitabile in tutti i nostri itinerari in Sri Lanka.

dambulla

Tempio d’oro di Dambulla

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Tempio del dente di Buddha a Kandy

INDIA

Il Monastero di Tabo è il più antico del templi buddisti nella Valle dello Spiti, nel nord dell’India. Situato a 3300m sul livello del mare, tra le montagne himalayane, risale al 996 e, con i suoi 8 templi e 23 chorten, è uno dei maggiori complessi della zona. È un luogo talmente sacro per il buddismo tibetano che nel XIV secolo il Dalai Lama ci trascorse i suoi ultimi giorni. Durante il tour La valle dello spiti, un caleidoscopio himalayano, potrete ammirare la bellezza di questo luogo.

Anche il Monastero di Dhankar è visitabile con lo stesso tour, un viaggio alla scoperta dell’antica capitale dello Spiti, il monastero è arroccato tra le alte vette erose dai venti. È stato incluso nella lista dei 100 siti più a rischio del mondo dal World’s Monument Fund ed sono state messe in atto raccolte fondi per i lavori di restauro. Conscious Journeys collabora a tale scopo con alcuni suoi partner locali.

Il Monastero di Rumtek, fondato nel XVI secolo, si trova in Sikkim, a 1500 m sul livello del mare ed è il più grande dello stato. Qui vive una comunità di monaci e sono conservate, in uno stupa d’oro, le reliquie del 16° Karmapa, che lo fece costruire. L’itinerario Sikkim e Bhutan prevede una sosta in questo affascinante luogo.

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Monastero di Tabo

dhankar

Monastero di Dhankar

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Monastero di Rumtek

BHUTAN

Conscious Journeys vi porta alla scoperta del suggestivo monastero buddista di Taktsang a Paro in due itinerari Bhutan, il regno del dragone tuonante e Essenza del Bhutan. Anche noto come Tana della Tigre, questo tempio buddista è legato ad una leggenda: pare che qui giunse il Guru Rimpoche in groppa ad una tigre volante, per diffondere gli insegnamenti buddisti nella regione. Incastonato nel fianco della montagna, questo monastero toglie il fiato ed è immerso in un’atmosfera che non ha eguali.

paro

Monastero di Paro

paro

Monastero di Paro

Visite nei Templi

Durante la visita ai templi buddisti ci sono alcune regole da osservare, al fine di evitare di commettere errori o arrecare offesa alle persone locali. Spesso all’ingresso dei templi buddisti si trovano dei vademecum molto utili, con informazioni base riguardo la vita del Buddha, le pratiche buddiste, le cose da fare e da non fare all’interno del tempio e come relazionarsi ai monaci.

TEMPLI BUDDISTI: ALCUNE REGOLE DA SEGUIRE

  • nei templi buddisti si entra scalzi (al massimo con i calzini) e senza calpestare la soglia, che va scavalcata;
  • l’abbigliamento è molto importante, non sono ammesse gambe scoperte (nemmeno dal ginocchio in giù) né tanto meno spalle scoperte;
  • sono da evitare gli atteggiamenti di intimità;
  • i monaci ricoprono il ruolo più importante nella gerarchia sociale, per cui è bene rivolgersi a loro con deferenza e rispetto; se si volesse fare un’offerta questa andrebbe sempre inserita in un contenitore e consegnata con la mano destra;
  • i monaci non possono avere contatti con le donne, per cui è preferibile che queste si tengano a distanza e evitino qualsiasi contatto; se interpellate, è segno di rispetto tenere la testa bassa;
  • in caso ci si sieda, è bene evitare di puntare i piedi (ritenuti la parte meno nobile del corpo) verso una statua di Buddha, un monaco o in generale un’altra persona; meglio tenere le gambe incrociate o piegate;
  • non toccare mai la testa di una persona (neanche dei bambini), perché considerata la parte più sacra del corpo;
  • i templi buddisti sono luoghi di preghiera: è bene rispettarli restando in silenzio

I templi buddisti, attraverso architettura, arte, simbolismo e rituali tradizionali, ci raccontano molto della cultura che li ha creati e delle persone che li visitano quotidianamente. La relazione dell’Uomo con il divino ha assunto connotazioni diverse nel mondo, ma è accomunata dalla stessa sete di sapere, legata alla parte più profonda e comune dell’umanità. Visitare questi luoghi potrà aprire la mente a nuove possibilità, nuovi spunti di riflessione e all’osservazione di realtà così diverse, ma al contempo sorelle. Siamo certi che i templi buddisti si riveleranno alcune delle tappe più significative durante un viaggio in Asia.

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