Polonnaruwa, Sri Lanka, l’antica capitale pratimonio UNESCO

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Polonnaruwa, antica capitale dello Sri Lanka, è un prezioso gioiello dichiarato Patrimonio dell’Unesco per le sue meraviglie e per il sito archeologico che ospita. Scopriamo qualcosa di più su questa città così affascinante.

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La storia di Polonnaruwa

Le antiche rovine di Polonnaruwa si trovano a circa duecento chilometri da Colombo, nella regione Centro-Settentrionale del Paese. Furono i componenti della dinastia Chola, originari del Tamil Nadu, ad invadere il territorio intorno al decimo secolo d. C. Quando, nel 993, la capitale dello Sri Lanka di quel tempo, Anaradhapura, cadde e fu distrutta, i regnanti della dinastia Chola dichiararono Polonnaruwa la nuova capitale. Fu Vjayabahu I a sconfiggere i Chola recuperando il potere sulla città nel 1071. Grazie a lui la città fu adornata di molti templi buddisti tra i quali spicca l’Atadage, che ad oggi risulta ancora in buono stato. In seguito Parakramabahu I, suo nipote, che regnò tra il 1153 e il 1186, fece crescere la città creando splendidi giardini, un lago artificiale e sfarzosi palazzi, portando la città al suo massimo splendore intorno al dodicesimo secolo. Egli fece infatti costruire molti templi in onore di Shiva e di Parvati, abbelliti con statue di bronzo finemente lavorate che ritraevano il dio danzante Nataraja, ad oggi custodite nel Museo Nazionale che si trova a Colombo. Inoltre edificò il palazzo chiamato Lankathilake che significa “gloria dello Sri Lanka”, un edificio costruito interamente in mattoni che custodisce una statua del Buddha priva della testa. Purtroppo questo regno di splendore non resistette a lungo e nel 1214 Polonnaruwa cadde vittima di un nuovo saccheggio.

Il trionfo di Vijayabahu I e il trasferimento della capitale a Polonnaruwa sono avvenimenti importanti nella storia della città, ma il vero ricostruttore della città fu suo nipote, Parakramabahu I. Gli anni in cui governò Parakramabahu infatti, sono considerati come un periodo fertile e ricco perché, sotto la sua guida, l’agricoltura vide una forte espansione, agevolata dalla costruzione di bacini idrici che convogliavano le acque senza alcuna dispersione, così come furono incrementati i commerci.

Attualmente, quegli stessi bacini, sono ancora in uso e portano acqua alle colture terrazzate che si trovano ad est. È grazie a questi bacini che la città divenne autosufficiente sotto la reggenza di Parakramabahu. Il più grande di questi invasi che raccolgono acqua è quello chiamato Parakrama Samudraya, che significa “mare di Parakrama”, così vasto al punto che viene molto spesso scambiato per l’oceano poiché, data la sua grandezza, da una delle rive non si riesce a vedere l’altra che sta di fronte. Il governo di Parakramabahu terminò nel 1284 a causa dell’occupazione da parte di Arya Chakrawarthi, che impose il trasferimento della capitale a Dambadeniya.

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Visitiamo insieme il sito archeologico di Polonnaruwa

A Polonnaruwa si trova un parco archeologico tra i più preservati dell’intero Sri Lanka, attualmente in buone condizioni e che dal 1982 è stato aggiunto all’elenco dei patrimoni dell’UNESCO. Il sito si estende su una superficie molto ampia sulla quale sorgono enormi templi buddisti tra i quali il più famoso è il Vatadage ed è costellato da un numero consistente di statue del Buddha e di ruderi degli antichi palazzi. Uno di questi è proprio il palazzo di Parakramabahu I, che si colloca tra i più grandi per dimensione in quanto si sviluppa su un’area grande circa 31 metri in lunghezza per 13 di larghezza e si ipotizza che potesse contenere ben 50 stanze. Molto rinomato è lo splendido Gal Vihara, il complesso di quattro statue raffiguranti il Buddha scolpite nella roccia. Ma vediamo meglio in cosa consiste questa meraviglia.

Prima di tutto un consiglio pratico: per poter visitare agevolmente e in tutta tranquillità il sito, è preferibile prendere un tipico tuk tuk o una bicicletta a noleggio per l’intera giornata. In ogni caso è sempre possibile visitarlo a piedi anche se è molto grande. Il parco archeologico di Polonnaruwa si divide sostanzialmente in due parti. La prima è una sorta di quadrato che racchiude le strutture più belle ed anche meglio conservate, tra le quali anche il già menzionato Vatadage. La seconda è la parte a settentrione che contiene appunto il Gal Vihara, uno dei templi più importanti venerato dai fedeli che vi si recano in pellegrinaggio.

Non appena si entra nel parco archeologico, si notano subito i primi ruderi del Palazzo Reale, costruito durante il regno di Parakramabahu I tra il 1153 e il 1186, con la sua mole (si ipotizza fosse alto ben sette piani). Ad oggi ne restano soltanto alcuni tratti di mura e delle brecce che fanno intuire agli esperti la presenza di solai a sostegno di ulteriori due piani in muratura mentre, per i successivi 4 piani, gli studiosi hanno sviluppato delle ipotesi basandosi sul fatto che fossero fabbricati in legno.

In questa prima parte dei ruderi del parco archeologico troviamo anche una delle strutture più conservate dell’intero complesso, il “Palazzo delle udienze del Re”. Si tratta di una costruzione realizzata in pietra abbellita da una sequenza di elefanti scolpiti, ciascuno rappresentato in posizione differente, che si snodano lungo l’intero bordo che costeggia il muro. Le scale di accesso, ottimamente conservate, hanno ai lati dell’entrata due statue leonine.

In una parte piuttosto nascosta di questo complesso è collocata la Piscina, realizzata completamente in pietra e ben conservata. La abbelliscono sculture che riproducono delle teste di coccodrillo dalle quali fuoriesce l’acqua che riempie la vasca.

Proseguiamo la nostra esplorazione del complesso archeologico e, percorrendo la strada principale, giungiamo alla seconda parte di ruderi, denominata il “Quadrilatero Sacro”, un gruppo di strutture collocato dentro un basamento rialzato e recintato da un piccolo muro.

Proprio al centro di questo quadrilatero sorge il Vatadage, cui accennavamo prima, che consiste in una costruzione a forma circolare nella quale è custodita una reliquia. La grande terrazza ha un diametro di 18 metri e presenta un ingresso in corrispondenza dei quattro punti cardinali, ciascuno adornato da splendide statue poste sui gradini iniziali. Dentro la struttura si trova al centro un Dagoba (un tipo di “Stupa”, cioè un monumento buddista che conserva reliquie al proprio interno) a sua volta attorniato da statue del Buddha (quattro in tutto), delle quali qualcuna è ancora intatta mentre altre, invece, risultano spaccate o senza testa.

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LE ANTICHE STUPA DI POLONNARUWA

Continuando la nostra esplorazione, sempre seguendo la strada, subito dopo la struttura del quadrilatero si nota un piccolo sentiero sulla destra che conduce al Pabalu Vehera e allo Shiva Devale n.2. Il Pabalu Vehera è il terzo dagoba per dimensioni in Polonnaruwa ancora in buono stato e datato intorno al periodo che corrisponde al regno di Parakramabahu I. Lo Shiva Devale n.2 (che si differenzia dallo Shiva Devale n.1, posto immediatamente a sud del quadrilatero) è la struttura più antica collocata all’interno del sito archeologico. Realizzata completamente in pietra, risale al periodo della dominazione dei Chola. Andando ancora più avanti, troviamo un’altra costruzione, la Rankot Vehera, un tipo di stupa costruito durante il regno di Re Nissanka Malla nel periodo tra il 1187 e il 1196 che risulta ancora in buone condizioni. Alto oltre 54 metri, è il più grande stupa di Polonnaruwa e il quarto, per grandezza, in tutto lo Sri Lanka.

Nonostante questo sito sia stato conservato e protetto anche grazie all’impegno degli archeologi responsabili del suo ritrovamento, ancora oggi le rovine sono minacciate dai rovi selvatici della giungla che si espande quasi fino ad inghiottirle, ma appunto viene fatto il possibile per preservarne l’accesso e l’esplorazione.

Continuando la nostra esplorazione ci troveremo di fronte a una bellissima statua del Buddha alta 17 metri, identificata con il nome di Lankatilaka, alla quale però purtroppo mancano la testa e le braccia, come spesso accade per queste sculture monumentali dell’antico Oriente. L’intera struttura è purtroppo in condizioni critiche, il tetto è crollato e le mura di cinta sono diroccate, le statue all’ingresso distrutte.

Qualche metro più avanti troviamo un altro Dagoba, chiamato Kiri Vehera, edificato in omaggio alla regina e perfettamente conservato dopo ben 700 anni, anche nel colore originario bianco.

Infine, troviamo la parte più interessante e famosa di questo sito archeologico, il Gal-Vihara. Si tratta di un tempio che contiene ben quattro statue del Buddha, in ottime condizioni, ricavate dalla scultura magistrale di una intera lastra di granito, un esempio di fine arte singalese. Delle quattro statue del Buddha, ottenute dall’intero blocco di granito, quella in piedi nella posizione classica è alta ben sette metri ed è considerata la più bella. La statua del Buddha sdraiato, invece, quella che rappresenta l’attimo in cui raggiunge lo stato di Nirvana, è lunga addirittura 14 metri. Poi vi sono le altre due statue sempre del Buddha ritratto nella posizione seduta, una delle quali è collocata dentro una grotta ricavata nella parete rocciosa.

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Qualche raccomandazione per la visita a Polonnaruwa

Per poter visitare il sito in totale tranquillità, prendetevi il tempo necessario, anche tutto il giorno se occorre poiché le cose da vedere sono veramente tante e tutte meritano grande attenzione. Un cappello e una protezione solare sono consigliati per ogni evenienza perché il sole batte forte in questi luoghi nella bella stagione e non vi sono molte possibilità di ripararsi. Essendo un luogo di culto è necessario rispettare la sacralità anche dal punto di vista dell’abbigliamento. Le donne, quindi, devono avere l’accortezza di coprire sia le spalle che le gambe, portando uno scialle leggero o pantaloni di lino fresco. Le scarpe devono essere lasciate all’esterno, pertanto vi serviranno dei calzini con i quali poter camminare a terra in tutta sicurezza.

Come visitare Polonnaruwa

Questo percorso attraverso una delle capitali dello Sri Lanka più apprezzate e intrise di spiritualità e cultura, offre ai viaggiatori un largo spettro delle meraviglie che questo Paese ha in serbo per chi decide di visitarlo. Noi di Conscious Journeys abbiamo organizzato nei minimi dettagli questo percorso esperienziale di “turismo consapevole” per dare ai nostri viaggiatori la possibilità di calarsi totalmente in un’atmosfera ricca di arte e vibrante dal punto di vista spirituale. Un viaggio che arricchirà il vostro cuore e che è possibile fare all’interno di pacchetti dedicati a questo Paese come Essenza dello Sri Lanka o I Tesori dello Sri Lanka,  quello che permette di visitare lo Sri Lanka e le Maldive (ideale per un viaggio di nozze) oppure il più articolato pacchetto che comprende sia il Sud dell’India che lo Sri Lanka, permettendovi un’immersione indimenticabile fra templi, natura e spiagge.

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